«Non è questione di volgarità. La "nuova commedia italiana" non è più interessante della "vecchia" perché - come sostiene qualcuno - meno volgare. I nuovi comici mettono in scena personaggi evolutivi e dinamici, mentre i cinepanettoni prosperavano nella ripetizione ossessiva degli stereotipi dell'italiano medio, in qualunque situazione e contesto». Una ricognizione critica sul fenomeno che ha sbancato il box office, ha decretato la fine del comico da cinepanettone e ha ridisegnato la mappa della comicità nel cinema italiano, sdoganando una nuova generazione di registi - da Fausto Brizzi a Paolo Genovese -, valorizzando talenti comici già noti - da Claudio Bisio a Rocco Papaleo - e proponendone di nuovi: "solisti" - Alessandro Siani - strane coppie - Ale e Franz, Ficarra e Picone - e un trio, Aldo Giovanni e Giacomo. Da Basilicata coast to coast a Benvenuti al sud, via via sino a Boris, i nuovi personaggi incarnano gli stereotipi, ma con lo scopo di metterli in discussione, attraverso meccanismi narrativi che li portano - alla fine della storia - a essere diversi da com'erano all'inizio. Sullo sfondo un'Italia ormai stanca di modelli di matrice televisiva che hanno caratterizzato per oltre due decenni i personaggi messi in scena da Boldi e De Sica.