Ancora agli inizi del Novecento, i giornali italiani erano soliti illustrare i fatti di cronaca più salienti grazie all'abilità di qualche disegnatore. Porry Pastorel, giovane cronista in erba, ebbe, nel 1906, l'audacia di proporre al direttore del Messaggero di poter sostituire il mezzo fotografico a matite e pennelli. In un periodo nero per la stampa italiana come l'epoca fascista, le foto scattate e pubblicate di Adolfo Porry-Pastorel rappresentavano veramente un baluardo di libertà. Egli contribuì a mostrare un volto inedito di Mussolini offrendo alla stampa estera il destro per una efficace satira politica. Sempre da un'angolazione originale e stravagante. Sempre in bilico tra dovere di cronaca e cura dell'immagine. Adolfo Porry-Pastorel ha immortalato in 9 milioni di click la storia del nostro Paese. Vania Colasanti, attraverso l'inedito materiale di famiglia e foto esclusive, ha ripercorso le tappe salienti della sua vita.
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In occasione della retrospettiva ospitata dal 1 luglio al 24 ottobre 2021 al Museo di Roma a Palazzo Braschi, Adolfo Porry-Pastore - L'altro sguardo, l'articolo di Repubblica.it:
https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/06/30/news/papa_dei_fotoreporter_italiani-308323627/