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Il governo dei filosofi

Il governo dei filosofi

Repubblica VI
a cura di

pp. 224, 1° ed.
978-88-317-1732-8

Nella Repubblica Platone afferma che i mali della città finiranno quando il suo governo verrà assunto dai filosofi. Ma nel libro vi emerge una domanda cruciale: se il filosofo è in possesso di un sapere eccezionale e separato, come potrà dirigere l'universo empirico nel quale sono coinvolti gli uomini La risposta è cercata attraverso una serrata indagine sul Bene e sulla natura stessa della conoscenza filosofico-dialettica. Platone approfondisce questi temi ricorrendo a due celebri immagini: l'analogia del Bene con il Sole e la famosa immagine della "linea", che precede e prepara quella della caverna, contenuta nel vii libro. Con straordinaria vivezza si delinea, in tutta la sua complessità, il compito del filosofo, che deve trasferire, nella misura del possibile, le norme assolute e universali nella realtà concreta; egli conosce, del resto, anche la suprema norma dell'agire, che si identifica con l'idea del Bene.

Autore

nasce ad Atene (o a Egina) nel 428-27 a.C. e ad Atene muore nel 348-47. L'incontro con Socrate, avvenuto all'età di vent'anni (intorno al 408), segna in modo decisivo la sua formazione. Quasi certamente, solo dopo la morte del maestro (399) inizia a comporre le sue opere, quasi tutte in forma di dialogo, e intorno al 387-85 fonda l'Accademia. È probabile che al primo decennio del iv secolo risalgano l'Apologia, il Critone, lo Ione, il Lachete, l'Eutifrone, il Carmide e probabilmente il Protagora; leggermente posteriori sono il Gorgia, il Menone, l'Eutidemo e forse il Cratilo; successivi alla fondazione dell'Accademia sarebbero i grandi dialoghi del periodo centrale, cioè la Repubblica, il Fedone, il Simposio e il Fedro; agli anni settanta del iv secolo dovrebbero risalire il Teeteto e il Parmenide, seguiti dal Sofista e dal Politico. Al periodo finale della produzione platonica appartengono il Filebo, il Timeo, il Crizia e le Leggi. Tra le opere di Platone sono confluite delle lettere di carattere autobiografico, sulla cui autenticità si è a lungo discusso. Tra queste la più importante e famosa è la Settima lettera.