Nel cinema, Deleuze rivendica la centralità della dimensione intellettuale. «I concetti sono immagini - dice -. Sono immagini di pensiero». Il cinema dunque non è lontano dal pensiero. Anzi ne è straordinariamente vicino. E se la filosofia è una forza, cioè un sapere concettuale che ci consente di allargare e di approfondire la conoscenza del cinema, il cinema, insieme, affronta i problemi e le figure della filosofia e li declina per immagini. Il cinema e la riflessione sul cinema, cioè, sono un modo per dialogare con la filosofia e proporre idee, concetti che - forse - interessano anche la filosofia. Microfilosofia del cinema è quindi un libro che ruota attorno ai concetti creati dalla filosofia, ma anche dal cinema. Anzi è un libro che riflette sulla relazione cinema-filosofia attraverso i concetti. Non è una teoria ?del cinema intesa in senso tradizionale. È un percorso intellettivo che indaga su un doppio movimento, dal cinema alla filosofia e dalla filosofia al cinema. Considera quindi il cinema non come un terreno che la filosofia può rischiarare, ma come un orizzonte che crea concetti e rielabora idee: e dunque pensa il cinema non come una dimensione subalterna, ma come una macchina che produce anche sul piano della speculazione. Questa idea di cinema è sviluppata attraverso analisi di film e di autori importanti della storia del cinema, da Buñuel a Fellini, da Godard a Wenders, da Lang a Hitchcock, dall'espressionismo ad Antonioni sino alla ricerca contemporanea di Lynch, Tarantino, Bigelow e della science fiction, letti attraverso Nietzsche, Benjamin e Marx. E in particolare sono studiati i modi attraverso cui il cinema influenza il pensiero riflettendo sui rapporti concettuali tra Buñuel-Dalí e Lacan, Fellini e Debord, Godard e Derrida, Wenders e Deleuze-Guattari.
professore di cinema alla Sapienza di Roma, ha insegnato anche nelle Università di Torino, Paris 8, Nice, Madrid Complutense, Leipzig e al Centro Sperimentale di Cinematografia. È stato direttore del Museo Nazionale del Cinema. Ha pubblicato una dozzina di monografie e curato una ventina di volumi collettanei. Tra le più recenti pubblicazioni, L’enigma del desiderio. Buñuel, Un Chien andalou e L’Age d’or (2001, Premio Umberto Barbaro Filmcritica), Lo specchio e il simulacro (2007, Premio De Lollis saggistica), Il cinema e l’estetica dell’intensità (2016) e con Marsilio Cinema fabbrica avanguardia (1975), Il cinema d’avanguardia in Europa 1910-1930 (1996), David Lynch (2009), Microfilosofia del cinema (2014). È anche autore di tre romanzi, Cuore scuro (2008), Autunno a Berlino (2011) e Odio senza fine (2019).