Il curatore ozioso

Il curatore ozioso

Forme e funzioni del coro tragico in Italia

pp. 416, 1° ed.
978-88-317-1792-2

Curatore ozioso, cantuccio riservato all'autore, attore ignoto, multanime figura: sono molte le definizioni che l'Occidente ha faticosamente impiegato per il coro, vera chiave di volta della tragedia antica ma oggetto ormai misterioso per i moderni, tanto che l'Erasmo traduttore di Ifigenia e di Ecuba poteva parlare dei cori di Euripide come di una sfinge. Questo libro - tenendo presente il modello del dramma classico, anzitutto quello di Sofocle e di Seneca, e la loro fortuna tra Cinquecento e Settecento - insegue il fantasma del coro e le sue metamorfosi, muovendosi tra riflessione teorica e letture testuali dirette, da Tasso a Della Valle, da Metastasio ad Alfieri, e gettando uno sguardo sulla rinascita della forma-coro tra Manzoni e il melodramma di Verdi. Non senza interrogarsi, infine, su come Leopardi e lo stesso Manzoni sfruttino il coro anche al di fuori del meccanismo drammatico: come regno del soggetto, come ultimo luogo di sopravvivenza dell'io lirico, che la poesia novecentesca continuerà poi a custodire fino a Michelstaedter, Fortini e Zanzotto.

Autore

si è laureato all’Università di Verona con una tesi sulla poesia di Giacomo Leopardi (Premio Leopardi - Centro Nazionale di Studi Leopardiani 2008). Ha conseguito il dottorato di ricerca fra l’ateneo scaligero e l’Université de Lausanne. Attualmente svolge attività di ricerca presso l’Università di Verona, dove ha tenuto corsi di Letteratura italiana e di Letteratura italiana moderna e contemporanea. Oltre alla poesia e al pensiero leopardiani (Il canto delle idee. Leopardi fra ‘Pensiero dominante’ e ‘Aspasia’, Marsilio 2009) i suoi interessi di ricerca si rivolgono in particolare alla ricezione dell’Antico fra i moderni (con Giuseppe Sandrini ha curato Gli antichi dei moderni. Dodici letture da Leopardi a Zanzotto, Fiorini 2010), al teatro tragico, alla poesia novecentesca. Ha dedicato saggi anche a Tasso, Foscolo, Sereni, Zanzotto. Collabora con Alias, supplemento culturale de «Il manifesto».