La classe dirigente italiana sembra essersi smarrita nei meandri del labirinto politico. Soprattutto, si è smarrita quella lunga tradizione di fiducia, consenso e speranza nell’azione pubblica senza cui è a rischio
la stessa vita democratica. Così il Palazzo è oggi sfidato da una Piazza in tumulto e in nome della rete avanzano gli alfieri di un’idea (falsamente) assembleare di democrazia. Marco Follini, che quel labirinto lo ha frequentato a lungo, con un misto di passione e disincanto riflette in questo libro sulle cause dell’attuale disfatta. E giunge a una diagnosi: «la crisi della politica italiana è essenzialmente una crisi di potere». Per capire cosa ci ha condotti a questa impasse, Follini si addentra nel labirinto, ripercorre le vicende del potere nella prima e nella seconda Repubblica, in un bilancio amaro ma ricco di spunti preziosi. Se «il potere si è fatto di fumo e di nebbia e resta solo un po’ di polvere nell’aria a ricordare i fuochi d’artificio che ci hanno abbagliato in questi vent’anni», forse non tutto è perduto. Per riguadagnare questo ventennio si dovrebbe «cambiare musica» e trovare una colonna sonora che accompagni in modo più armonioso la ricerca di nuovi equilibri: i violini di Mendelssohn - suggerisce l’autore -, contrapposti agli elicotteri di Apocalypse Now. «Continuo a credere - scrive Follini - che un paese di grande civiltà debba tornare ad ascoltare il suono dei violini e non farsi troppo inebriare dal rumore degli elicotteri».