«Prostituirsi è uno scambio intrinsecamente morale. È la sublimazione del godimento della propria indipendenza privata». Così Annalisa Chirico, che si definisce «femminista pro sesso, pro porno e pro prostituzione», in questo libro si schiera a favore di chi valorizza un invidiabile décolleté, di chi adopera abilmente un carisma innato, di chi punta su una mente brillante (tratti che, si badi bene, non si escludono tra loro). «L’essere puttana - sostiene l’autrice - è uno stato esistenziale, comune a maschi e femmine. Siamo tutti puttane, in senso figurato, perché cerchiamo, ognuno a suo modo, di districarci nel complicato universo dell’esistente». Dalle Olgettine al «bunga bunga» di Pasolini, dalle Sacerdotesse del Sacro Canone Femminile alle teorie controcorrente di Camille Paglia e Wendy McElroy, dall’icona pop Madonna all’esaltazione di Cleopatra. Il libro smonta con arguzia gli argomenti di chi interpreta la «farfalla di Belén» o l’esibizione del corpo della donna in pubblicità come forme di degradazione della dignità femminile. Sullo sfondo, una visione laica dello scambio libero e volontario tra esseri adulti e consenzienti. Fino all’estrema provocazione: la prostituzione non esiste, ma «possediamo tutti quanti, maschi e femmine, un pizzico di quella “furbizia orientale” che ci rende profondamente liberi di sgomitare per autodeterminare la nostra vita».