Il pittore prigioniero

Il pittore prigioniero


pp. 208, 1° ed.
978-88-317-1876-9
Un grande e misterioso graffito emerge durante i restauri in una delle celle più nascoste dei Pozzi di Palazzo Ducale. Rappresenta una "sacra conversazione" secondo i moduli della pittura veneziana tra quattro e cinquecento. Chi ne è l'autore? Come ha potuto realizzare un capolavoro di quelle dimensioni e di quella qualità nel buio di una reclusione durissima e in condizioni di vita impensabili? Lentamente si dipana la storia vera di un inedito intreccio artistico e storico. Ne è protagonista un piccolo pittore di Conegliano, catturato e imprigionato per eresia nel 1549. Nuovamente catturato vent'anni dopo e condannato a morte, sarà bruciato nella piazza di Conegliano all'inizio del 1568. Sullo sfondo lo scontro insanabile tra Giovanni Della Casa, il famoso autore del Galateo, nunzio papale a Venezia e Pier Paolo Vergerio, vescovo di Capodistria, che abbraccerà la riforma luterana e sarà costretto a trovare rifugio in Svizzera. Tra artisti e letterati, grandi dame e monsignori; tra fughe precipitose e libri proibiti, dispute teologiche e controversie sulla lingua, le disperate rime di Gaspara Stampa e i roghi dell'Inquisizione, si consuma tra Venezia e le colline di Conegliano uno dei periodi più tormentati e vivaci della cultura rinascimentale, prima del grande gelo della Controriforma.

Autore

dal 1979 è stato direttore dei Musei civici di Venezia, quindi direttore dei Beni e attività culturali del Comune di Venezia e, dalla creazione nel 2008 fino al 2011, della Fondazione Musei Civici. Attualmente insegna Storia dell’urbanistica e della città a Ca’ Foscari ed è vice presidente dell’associazione Chorus.