Il turismo è il migliore degli export possibili: è l’unico comparto del Made in Italy che lascia da noi non solo il marchio ma anche la produzione, i lavoratori e gli stipendi. Da sola, però, la nostra «grande bellezza» non è suffi ciente a garantirci il successo. È arrivato il momento di passare dal «museo deposito» al «modello Ikea», per coltivare quella dimensione industriale del turismo e della cultura che fi nora abbiamo ignorato. Lorenzo Salvia parte da una constatazione: mentre rincorriamo un passato che non tornerà - quello dell’Italia quinta potenza industriale -, non ci accorgiamo che intorno a noi c’è un’altra «industria» che tira come non mai. E nella quale possiamo essere davvero i migliori. Il turismo, in crescita a livello globale, è infatti l’unico settore a prova di Cina e delocalizzazione. Non è soltanto una questione di beni culturali: chi decide di venire in Italia lo fa non solo per vedere il Colosseo ma anche per tutto quell’insieme di fattori unici che rendono il nostro Paese famoso nel mondo, dal cibo alla moda passando per il design. Questo libro è un viaggio attraverso le anomalie e le tante potenzialità del Bel Paese, un percorso lontano dalla retorica, che, contro i «professionisti dell’indignazione», con stile ironico e scanzonato tenta di disegnare una via d’uscita dal tunnel della recessione. Per diventare il primo «Paese produttore» dobbiamo essere in grado di riconvertire tutta la nostra economia, dalla scuola agli uffi ci pubblici, dagli aeroporti al cinema. E rispondere a una domanda nascosta per anni sotto il tappeto: meglio un monumento pubblico ma in rovina o un monumento gestito da privati ma restaurato e aperto ai visitatori?