L’industria agroalimentare è la “Cenerentola” del settore manifatturiero. Nonostante le positive performance economico-occupazionali, non gode di una audience altrettanto effi cace: poco rappresentata nei mezzi di comunicazione, non ha il peso specifi co di un’industria manifatturiera. Eppure, la risposta alla crisi delle imprese dell’agroalimentare è di tutto rilievo. Il food rappresenta uno degli asset fondamentali dell’economia nazionale, nonostante la competizione scorretta legata al fenomeno dell’italian sounding. È un settore volano di sviluppo per i territori, per il turismo e la cultura, per la ricerca, oltre che per il manifatturiero. Di più, fra pochi mesi, nel maggio del 2015, si terrà l’Expo a Milano, vetrina globale per il nostro Paese, con il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Insomma, delle “4a” (Abbigliamento, Arredamento, Automazione-meccatronica, Alimentare) che compongono il nostro Made in Italy, tanto famoso nel mondo, nell’immaginario collettivo la quarta gamba (l’industria alimentare) sembra essere un po’ snobbata dall’attenzione generale. L’industria agroalimentare, assieme all’agricoltura, rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo dell’intera economia nazionale. Di più, possono diventare un campo di sperimentazione e intersezione di politiche e iniziative diverse e complementari fra loro. In questo modo, crescita, competitività e sviluppo del territorio potrebbero alimentarsi reciprocamente. E scopriremmo che la Cenerentola dell’economia, in realtà, è una principessa.