Il Nord Est è uno fra i territori più analizzati e scandagliati dell’Italia. In realtà, più nel passato che in questi ultimi anni. Nonostante le sue performance non siano più così peculiari come un tempo, chi cerca segnali di dinamicità e vuole cogliere se si stia muovendo qualcosa nel nostro Paese, volge lo sguardo a quest’area. Perché resta un territorio in movimento, effervescente. Come se fosse un anticipatore di fenomeni: un laboratorio dove si sperimentano percorsi e soluzioni nuove. Tuttavia, per considerare adeguatamente i processi in atto nella società e nell’economia dell’area dobbiamo lasciare alle spalle l’immagine del Nord Est (del passato) che non c’è più. E non dobbiamo neppure rimanere attaccati a un’etichetta, il Nord Est, appunto, perché quella categoria - promossa da Giorgio Lago - rappresentava fenomeni diversi da oggi. Perché è il fenomeno stesso ad aver subìto trasformazioni profonde. Non possiamo, quindi, continuare a leggere quanto sta accadendo oggi con le lenti di ieri. Se inforchiamo nuovi occhiali, in grado di mettere a fuoco meglio i processi che lo attraversano, allora saremmo in grado di coglierne le metamorfosi. C’è un nuovo Nord Est da raccontare: quello che abbiamo conosciuto sta velocemente lasciando il passo a un altro Nord Est. Comunque lo si osservi, continua a presentare alcune peculiarità rispetto ad altri territori. Proprio per il suo carattere “laboratoriale” vale la pena continuare a seguirlo, analizzarlo e narrarlo.