Figura carismatica nel movimento sionista italiano, Bonaventura è uno dei pionieri della psicologia accademica e della psicoanalisi in Italia, cui dedicò un’importante opera pubblicata nel 1938. Bonaventura mise a frutto le sue competenze scientifiche per lo studio in laboratorio di fenomeni legati all’esperienza interiore.
Il suo interesse per l’opera di Freud è il risultato di grande tensione morale derivante dalla sua militanza ebraica. Espulso dall’Università in seguito alle “Leggi razziali” del ’38, si trasferì a Gerusalemme, dove continuò la sua attività alla guida del Dipartimento di psicologia. Morì tragicamente nell’aprile del 1948 in un agguato mortale contro il convoglio dell’Hadassah.