Tancredi. Una retrospettiva

Tancredi. Una retrospettiva


pp. 248 con 206 ill. a col. e b/n, 2° ed.
978-88-317-2651-1
Il catalogo - in due edizioni (italiano e inglese) - ricostruisce la parabola breve ma folgorante di Tancredi Parmeggiani, grande interprete dell’arte del secondo dopoguerra e protégée di Peggy Guggenheim, attraverso una straordinaria selezione di opere e un ricchissimo apparato iconografico.
Tancredi è stato infatti l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 proprio a Palazzo Venier dei Leoni.
Il volume si apre con un lungo saggio introduttivo del curatore Luca Massimo Barbero («Mi interessa fare dell’arte facendo della pittura». Storia pittorica di Tancredi) che traccia l’evoluzione artistica di questo artista che si mostrò sempre molto ricettivo nei confronti degli stimoli provenienti dal panorama internazionale e che seppe rielaborarli con sorprendente forza espressiva e innovatività, diventando a sua volta punto di riferimento e ispiratore per le nuove tendenze, grazie anche al supporto costante e appassionato di Peggy Guggenheim.
A seguire il saggio di Luca Pietro Nicoletti (La pittura di Tancredi nel contesto. Fortuna e letture) ricostruisce la fortuna critica di un autore che ha destato, e continua tuttora a destare, l’interesse della letteratura e del mondo artistico, e un elenco stilato da Gražina Subelyte delle Opere donate da Peggy Guggenheim, attraverso il quale si può ricostruire l’intelligente strategia della mecenate, che fece conoscere l’opera del giovane pittore negli Stati Uniti attraverso una mirata politica di doni ai maggiori musei e collezioni.
Chiude il catalogo la biografia completa dell’artista, a cura di Elena Fiorin. L’opera è intervallata da fotografie d’epoca in bianco e nero che ritraggono Tancredi negli anni della sua attività artistica, dando particolare spazio al suo intenso rapporto con Venezia e con la collezionista Peggy Guggenheim, sua affezionata promotrice e mecenate.