Joseph S. Nye ha definito il Soft Power come «il potere di sedu- zione che uno Stato esercita sugli altri». Il peso di un paese sulla scena internazionale dipende sì dalla forza militare e da quella economica, ma in misura crescente dalla sua capacità di affer- marsi mediante la comunicazione, l’immagine e la cultura. Sotto questo profilo, l’Italia parte avvantaggiata. La storia, l’arte e lo stile di vita hanno fatto di noi una superpotenza culturale. Per trasformarsi in vero Soft Power, capace quindi di generare un beneficio per il paese in termini di influenza e di ricadute eco- nomiche, però, il generico prestigio culturale non basta: deve tra- dursi in istituzioni e azioni precise. In questo Rapporto realizzato per l’Associazione Civita, Giuliano da Empoli traccia le coordinate della nuova geopolitica del Soft Power e delinea i contorni di un possibile modello italiano.