Le belle arti e i selvaggi

Le belle arti e i selvaggi

La scoperta dell'altro e l'invenzione del patrimonio culturale
postfazione di , prefazione di

pp. 400 c.a., con c.a. 20 ill. a colori e in b/n, 1° ed.
978-88-317-2795-2
In Italia, il patrimonio viene per lo più riferito dalla critica alla celebrazione e al culto dell’identità. Le prime misure di protezione, cioè, stimolate dalla ricchezza del passato, scaturirebbero dall’orgoglio civico per le vestigia della tradizione classica. In questo libro l’autore propone una lettura inedita dei documenti e ribalta la tesi. Se fino al xv secolo vennero salvaguardati beni in cui si manifestava il divino, la storia moderna dell’arte e della tutela sarebbero nate dall’incontro con l’altro. Quando Keplero annunciò le sue scoperte sulle rotte del cielo, in effetti, si comparò a Cristoforo Colombo e a Magellano. Francis Bacon, per significare l’ampiezza della sua riforma, fece incidere sul frontespizio dell’Instauratio Magna l’immagine di una caravella in procinto di doppiare le Colonne d’Ercole, rappresentate da due fusti all’antica, estremo saluto all’unitarietà dell’estetica classica. L’apertura su un universo sconosciuto che insidiava i principi di quello noto prese spesso a prestito il viaggio verso le Americhe ma, come ha scritto Jacob Burckhardt, «il vero scopritore non è colui che sbarca per caso su una terra sconosciuta, ma colui che, dopo averla cercata, la trova». Gli esploratori che per primi avvistarono le terre del nuovo continente compirono così una mutazione antropologica in corso da qualche secolo, provocando l’apparizione progressiva delle scienze dell’uomo, la nascita della moderna storia dell’arte e delle prime forme di protezione patrimoniale.

Autore

(1975) è attualmente direttore del Complesso museale della Pilotta (Parma) ed è stato responsabile della ricerca scientifica e della produzione editoriale per l’Agence France-Muséums/Louvre Abu Dhabi. Ha studiato filosofia teoretica tra Roma e Parigi, ha un dottorato in antropologia dei beni culturali ed è diplomato in museologia e storia dell’arte all’École du Louvre. Per Marsilio ha pubblicato Cultura senza Capitale (Premio Pisa 2016). Storico dell’arte, ha collaborato con istituzioni museali italiane e con numerose testate, tra cui «France Culture», «il manifesto», «il Fatto Quotidiano», «l’Unità». Ha tradotto dal francese per Adelphi, Fazi, Sellerio ed è stato assistente di Antonio Tabucchi, di cui ha curato L’oca al passo e la sua edizione francese. Ha una rubrica sull’«Huffington Post».