Foglie, rami, tronchi, cortecce, radici: immagini di una bellezza sconvolgente e di delicata inquietudine. Vittorino Andreoli negli ultimi 10 anni ha fotografato soltanto alberi e soprattutto cortecce e in questi frammenti ha ripercorso l’umanesimo della follia, nella metafora dell’albero storto. L’albero è la rappresentazione simbolica dell’uomo e ancora oggi dal disegno di un albero si desumono alcuni tratti distintivi della personalità di un individuo.
Le oltre 200 fotografie che compongono questo libro, scattate da Andreoli con la sua Leica, sono come un microscopio elettronico che permette di vedere nella natura e nell’uomo ciò che subito risulta nascosto: attraverso quei frammenti si percepisce una visione speciale della realtà.
«Non ho in progetto di raddrizzarli. Voglio semplicemente stare con loro, per capirli meglio e per meditare sulle loro forme, sul perché sono storti fin da quando escono dalla Terra» Vittorino Andreoli