L’interpretazione dei film presenta le analisi di undici grandi film della storia del cinema, effettuate da studiosi specializzati nella lettura del testo. Sono analisi sviluppate con metodi diversi, che consentono di comprendere in profondità l’orizzonte immaginario e gli stili di messa in scena di autori del cinema classico e del cinema moderno. Francesco Casetti legge King Kong di Cooper e Schoedsack come configurazione esemplare dell’imprenditorialità e dello spirito industriale nel suo incontro con l’immaginario, lo spettacolo e il consumo. Veronica Pravadelli individua in Susanna di Hawks le strutture essenziali dello stile classico e studia il modo di produzione delle identità sessuali nella messa in scena hawksiana. Vito Zagarrio analizza in Ombre rosse le tecniche della regia di Ford, cogliendo particolarità e anomalie che allargano l’orizzonte del classico. Giorgio De Vincenti descrive i presupposti estetici del cinema moderno, le sue forme e le sue ambiguità, attraverso La regola del gioco di Renoir. Giulia Carluccio ripercorre Quarto potere, e coglie la varietà del progetto di regia, approfondendo alcuni snodi legati al punto di vista e alla morte. Paolo Bertetto coglie la presenza di un sofisticato meccanismo metacinematografico in un film al limite del cinema classico come La finestra sul cortile di Hitchcock. Dario Tomasi allarga il discorso al cinema giapponese, illustrando le tecniche di regia di Ozu e la ricerca dell’armonia formale in Fiore d’equinozio. Giorgio Tinazzi individua i caratteri fondamentali dell’innovazione narrativa e di messa in scena dell’Antonioni de L’avventura e la nuova concezione del personaggio. Paolo Bertetto analizza lo stile della regia del Godard di Fino all’ultimo respiro, correlandolo alle figure dell’immaginazione esistenziale, dalla libertà al nulla. Sandro Bernardi percorre le strutture narrative e rappresentative di 2001: Odissea nello spazio di Kubrick, cogliendo i modi di allargamento del cinema moderno. Di Donato analizza l’affermarsi dell’orizzonte filmico postmoderno in Strange Days di Bigelow, descrivendo insieme l’emergere di nuove tecnologie del visivo.