«Tutto va e viene con bella leggerezza in questo libro visionario» Giorgio De Rienzo, Corriere della Sera
3 novembre 1980, un terremoto di proporzioni catastrofiche colpisce la Basilicata e la Campania, provocando migliaia di morti, dispersi e senzatetto. Un’antropologa milanese si precipita a Palmira, un centro così minuscolo che non figura nemmeno sulle carte geografiche. Tutto ciò che trova è ridotto in macerie. Solo una falegnameria è rimasta in piedi e dentro, notte e giorno, mastro Gerusalemme fabbrica il mobilio per una sposa, l’ultima del paese. Sulle ante disegna le storie che si tramandano negli anni. I pannelli dei mobili sono l’unica testimonianza che Palmira sia esistita veramente, e in essi si compie il destino di ogni uomo.
è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Oltre a Ballo ad Agropinto, per Marsilio, dopo l’esordio con L’americano di Celenne (2000, 2018; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello), ha pubblicato La carovana Zanardelli (2008), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì), Atlante immaginario (2014), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio-Centolibri), Gli anni del nostro incanto (2017; Premio Viareggio Rèpaci), Breve storia del mio silenzio (2019; selezionato nella dozzina del Premio Strega) e Tabacco Clan (2022). Ha pubblicato diversi volumi sulla cultura del Novecento, come La modernità malintesa (Marsilio 2023), e curato Moderno Antimoderno di Cesare De Michelis (Marsilio 2021). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del Sole 24 Ore.