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I fiori del male

I fiori del male

traduzione di , traduzioni e commenti di
2° ed.
978-88-317-4362-4
Questa edizione presenta i Fiori del male e le poesie condannate nell’inedita traduzione di Giorgio Caproni, alla quale egli attese fino ai suoi ultimi giorni. Una traduzione esemplare che costituisce il commosso omaggio di una delle grandi voci della lirica italiana al capolavoro di Baudelaire, sottesa dall’intento di prestare al lavoro di traduzione il senso più alto di ricreazione poetica. Il volume è accompagnato da un’ampia introduzione di Luca Pietromarchi e da un commento che riserva a ogni poesia un’interpretazione tematica e stilistica precisa quanto elegante, destinata a fornire un indispensabile strumento critico per l’intelligenza del più tragico e commovente canzoniere moderno.

Autore

nasce a Parigi il 9 aprile 1821, lo stesso anno di Flaubert e di Dostoevskij. Perduto il padre all’età di sei anni, segue una carriera scolastica irregolare, contraddistinta da premi di versificazione latina ed espulsioni per indisciplina. Le sue frequentazioni parigine preoccupano la famiglia che lo fa imbarcare per le Indie. Giunto a La Réunion, Baudelaire interrompe il viaggio e torna a Parigi. Alla maggiore età entra in possesso dell’eredità paterna che rapidamente dissipa in lussuosi capricci. Ridotto in povertà cerca sussidio in diverse attività letterarie. La pubblicazione dei Salons nel 1845 e 1846 ne fa uno dei padri della critica d’arte moderna, mentre le sue prime poesie lo accreditano tra i più dissacranti poeti della bohème parigina. La rivoluzione del 1848 lo vede sulle barricate, animato da un rancore sociale che l’avvento del Secondo Impero volgerà in malinconia personale e compassione per gli sconfitti. Ha intanto iniziato la traduzione in francese dell’opera completa di Edgar Allan Poe. Nel 1857 esce la prima edizione de I fiori del male, immediatamente condannata per oltraggio alla morale. Alle poesie in versi si alternano saggi (Il pittore della vita moderna, Marsilio 20022 ) e componimenti in prosa (Lo Spleen di Parigi). «Sono stanco della Francia e desidero dimenticarla»: nel 1864 Baudelaire si trasferisce a Bruxelles, dove le sue conferenze sugli stupefacenti (I paradisi artificiali) cadono nel più assoluto disinteresse. Colpito da emiplegia è riportato a Parigi, dove muore il 31 agosto 1867, senza aver ritrovato la parola, ma lucido nel suo supplizio