L'amante invisibile

L'amante invisibile

nota al testo di
4° ed.
978-88-317-4883-4

«Non è dato oggi di amare se non si ritiene preliminarmente che l’amore sia ormai impossibile o almeno condannato. “Lara e Zhivago s’incontrano in modi sovrannaturali perché comune a entrambi è la condanna del mondo dove vivono, come mondo nel quale lo spirito d’amore è considerato un fiore del male”». Così scriveva Elémire Zolla un quarto di secolo prima che la sua teoria della mania amorosa imperniata sulla figura della Sposa celeste prendesse forma scintillante e erudita ne L’amante invisibile. Al posto di Venere e Marte in catene nel dipinto ferrarese di Francesco del Cossa l’abbraccio della coppia divina librata a mezz’aria nel rilievo di Khajurâho esalta il carattere ultraterreno del legame amoroso che aduna in sé i contrassegni della vita, della morte, del potere magico e del sacrificio. Se Eros è un archetipo di portata universale è perché è la stessa mania che all’occorrenza esalta il poeta, invasa il mistico, pervade il celebrante dei sacri riti e largisce il dono profetico secondo l’antica dottrina esposta nel Fedro platonico. Le vampe della lussuria, la cenere sulla fronte dell’asceta, il trasumanar dei sensi celebrato dagli stilnovisti non sono che contrassegni e aspetti, difformi solo in superficie, di un’identica forza cosmica che nella statuaria indiana si palesa nel mitico abbraccio degli amanti divini. I mille volti della Dama-Shakti che Zolla insegue e cattura nelle letterature di Occidente e Oriente, dall’Africa a Israele all’India, dal mondo celtico ai romantici inglesi alla belle époque russa, recuperano infine anche l’identità a tutti noi più familiare di madre natura. «Chi - domanda Zolla - fa zampillare gli alberi della vita? Irraggiungibile ma onnipresente, Lei, Natura sempre-mutevole, intelligente in modi a noi preclusi, rigorosa e dissipatrice, che ci impone di fremere di desiderio, di illuderci, e che, se proviamo a disingannarci, ci punisce, in noi non tollera la tiepidezza. In una donna mortale si può incarnare, offrendoci la sua pace, che include la trepidazione e il dolore».

Grazia Marchiano

Autore

(1926-2002), grande intellettuale tra i più controversi e meno compresi del secondo Novecento, fondatore della rivista erudita «Conoscenza religiosa» (1969-1983), accademico e autore di fama internazionale, ha scandagliato i modelli mentali vincenti e perdenti che hanno improntato le visioni del mondo in Occidente, Oriente e nei mondi indigeni. Gli scritti polifonici di Elémire Zolla, considerato uno dei massimi conoscitori mondiali delle filosofie di Oriente e Occidente e delle rispettive tradizioni esoteriche, sono raccolti nell’Opera omnia a cura di Grazia Marchianò, autrice della biografia intellettuale dello scrittore Il conoscitore di segreti (2012), che tratteggia un vasto affresco della condizione umana scrutata egualmente nel limite e nell’illimitato. Il lascito zolliano è stato rivisitato nel convegno internazionale promosso nel ventennale della morte dall’Accademia Vivarium Novum, Villa Falconieri, Frascati, donataria dell’ingente biblioteca erudita e dell’archivio dello scrittore.
 
 
Titoli pubblicati: I letterati e lo sciamano (2012), Uscite dal mondo (2012), Filosofia perenne e mente naturale (2013), Lo stupore infantile (2014), Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale (2015), Archetipi. Aure. Verità segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo (20203), Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (20203), Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana (2019), Le potenze dell’anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio (2020), Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi... Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale (2021), L’umana nostalgia della completezza. L’Androgino e altri testi ritrovati (2022). In queste stesse edizioni: Le porte regali. Saggio sull’icona di Pavel A. Florenskij, tradotto e curato da Zolla, postfazione di G. Marchianò (2018), L’amante invisibile. L’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica, nota al testo di G. Marchianò (20194).