Oltre Caporetto
Se è vero che nessuna battaglia si è mai svolta come era stata programmata né come viene raccontata dai vincitori, nel caso di Caporetto, che la storiografia non è ancora riuscita a spiegare compiutamente, agli errori si sommano volontà mistificatrici che l’hanno resa un simbolo ambiguo.
 
Partendo dal volume che le dedicò in occasione del cinquantesimo anniversario, Mario Isnenghi torna sull’episodio della nostra storia che più di tutti ha rappresentato uno «scatenamento dell’immaginario, il virtuale che si sovrappone al materiale»: qualcosa che va molto oltre la dimensione militare ed entra nella psicologia e nella politica del nostro paese. Restituendo la parola ai «sommersi» e ai «salvati», emerge infatti il quadro di una situazione in cui, in assenza di informazioni oggettive, ciascuno reagì secondo le proprie ideologie e pregiudizi, producendo alternativamente moti d’orgoglio e letture devianti, la cui influenza arriva fino a oggi. Uno snodo cruciale tutto da chiarire, per trovare un filo conduttore che va ben oltre la rievocazione e il ricordo.

Autori

(Bassano del Grappa, 1958), docente di storia e filosofia, come storico del primo conflitto mondiale è membro della Società italiana di storia militare. Fa parte dei comitati scientifici di vari convegni nazionali e internazionali, nonché del Progetto Ortigara sul recupero del patrimonio storico della prima guerra mondiale sulle Prealpi vicentine. Ha pubblicato decine di libri e tradotto numerosi memoriali austriaci e tedeschi sulla grande guerra.
(Venezia, 1938) è docente emerito di storia contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e presidente onorario dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Autore di numerosi volumi, ha pubblicato, tra gli altri, Il mito della Grande Guerra (1970, 2014), Le guerre degli italiani (1989, 2015), Vite vissute e no. I luoghi della mia memoria (2020). Per Marsilio è uscito Oltre Caporetto (con P. Pozzato, 2018).