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Il montaggio

Il montaggio

a cura di , con un saggio di
3° ed.
978-88-317-4932-9
Dopo l'ampia ricognizione sistematica sul principio del montaggio presentata nel precedente volume delle Opere scelte (la Teoria generale del montaggio) questo libro raccoglie ora tutti i contributi tecnici e specifici dedicati da Ejzens?tejn al più classico tra i nodi della teoria del cinema, dalla primitiva formulazione del concetto nel famoso manifesto del 1923 sul Montaggio delle attrazioni, concepito ancora nel contesto dell'avanguardia teatrale, alla sua immediata riformulazione in termini propriamente filmici nel Montaggio delle attrazioni cinematografiche (un testo solo oggi ristabilito nella sua integrità), attraverso l'avventura del montaggio «intellettuale» e l'idea di una «drammaturgia della forma», via via fino agli esiti più compiuti e totalizzanti della ricerca raccolti nei tre grandi saggi sul Montaggio verticale (1940-41), punto d'arrivo di una complessa teoria del testo audiovisivo nella quale il montaggio funge da principale strumento di organizzazione «polifonica». Al di là dell'incessante proliferare di nuove soluzioni e proposte, un tema costante attraversa tutti i saggi raccolti in questo libro, anche nei loro risvolti più tecnici: il rapporto tra la rappresentazione e il senso (che non è rappresentabile), o, più profondamente, l'analogia tra il discorso del cinema e il processo creativo del pensiero. Per Ejzens?tejn, infatti, il montaggio è uno dei procedimenti discorsivi del cinema in cui questo rapporto appare all'opera nella sua più forte produttività: il montaggio «obbliga a creare», obbliga lo spettatore a esercitare il pensiero, mette in moto prima di tutto il processo della cognizione.

Autore

(1898-1948), massimo interprete del cinema russo e geniale innovatore della teoria cinematografica, iniziò il suo lavoro creativo come scenografo e regista teatrale (Il messicano, 1920-21; Anche il più saggio sbaglia, 1923; Mosca ascolti?, 1923; Maschere  antigas, 1923-24). Il suo primo film è Sciopero (1924). Seguono: La corazzata Potëmkin (1925); Ottobre (1924); Il vecchio e il nuovo (La linea generale) (1926-29); Qué viva Mexico! (1930-31), incompiuto; Il prato di Bezin (1937), incompiuto; Aleksandr Nevskij (1938); Ivan il Terribile (I parte 1944, II parte, nota col titolo La congiura dei Boiardi, 1946). Dal 1928 fu anche insegnante di regia all’Istituto statale di cinematografia. Nel 1940 mise in scena La Valchiria di Wagner al teatro Bol’soj di Mosca. Al lavoro creativo di Ejzenstejn si affianca, fin dall’inizio, una straordinaria produzione di testi teorici nei quali l’indagine sul cinema si svolge, di regola, nel contesto di una penetrante riflessione sull’arte che oggi possiamo considerare senz’altro come uno degli episodi salienti del pensiero estetico moderno.