Nella produzione letteraria che fa seguito allimmortale capolavoro di Murasaki Shikibu, Storia di Genji, spicca questa raccolta di dieci storie che ne riprende alcuni temi e ne ripropone altri in chiave allusiva e talvolta ironica. Al pari di tante altre opere della narrativa classica, tuttora ignota è lidentità dellautore, o degli autori, ma è molto probabile che almeno in parte sia di mano femminile, frutto di quelle tenzoni letterarie tanto in voga alla corte imperiale.
Le concubine floreali, che dà il titolo a questo libro, è uno dei dieci racconti che compongono lo Tsutsumi Chu-nagon monogatari (Storie del Consigliere di Mezzo di Tsutsumi), un classico del xii secolo, di anonimo, qui tradotto integralmente. Filo conduttore di quasi tutti i racconti è il rapporto amoroso tra i nobili della corte imperiale di Kyo-to, che assume di volta in volta toni gioiosi o velati di malinconia, ironici o briosi, in un susseguirsi di cerimonie, di equivoci, di incontri furtivi, di gare di fiori, di conchiglie, di musica. Protagonista assoluta è la poesia: versi inviava lo spasimante che desiderava ottenere più che uno sguardo fugace attraverso le cortine della dama dei suoi desideri, con versi rispondeva la donna, ancora una poesia era dobbligo appena i due amanti si separavano. Poetare era un metro di giudizio in una società che faceva della bellezza e della raffinatezza i suoi canoni assoluti. Non mancano situazioni originali come nella Principessa che amava gli insetti, o con un finale a sorpresa come nel Tenente che colse i fiori di ciliegio, o larguta presa in giro di un monaco fanfarone in Quisquilia, o ancora lalternanza di toni patetici e grotteschi in Nerofumo.
Yoko Kubota (1947-1991) ha insegnato giapponese allUniversità degli studi di Venezia.