´Sakuntal-a e le sue tormentate vicende rappresentano ben più che una "perla" nell'oceano sconfinato della letteratura indiana. La sua storia è narrata per la prima volta in modo compiuto nell'episodio qui presentato del grande poema nazionale Mah-abh-arata; sarà poi ripresa dall'autore considerato il maggior drammaturgo e poeta dell'India classica, K-alid-asa (iv-v secolo d.C.), in un'opera che è fra i capolavori teatrali dell'India. Entrambe le versioni della storia hanno generato infiniti rifacimenti, anche in epoca contemporanea e in campo sia "colto" sia "popolare". Nel corso dei secoli, ´Sakuntal-a è divenuta - senza che mai la sua popolarità conoscesse momenti d'ombra e d'oblio - una delle icone e dei simboli della femminilità, sia in India sia in Occidente: il suo fascino sembra non conoscere declino. ´Sakuntal-a, femmina docile e accogliente, eppure risoluta se non ribelle quando si tratta di rivendicare i propri diritti, e la propria dignità, di madre e di sposa; al contempo donna squisitamente terrena nella sua capacità di amare e di donarsi tutta all'uomo che ha scelto. ´Sakuntal-a, sovrana degli eventi, che con consapevolezza ora amara ora accorata, orchestra e aggioga in un profondo, eroico senso di giustizia. Tutti gli altri protagonisti dell'antica vicenda, alla fine, vi si debbono inchinare. ´Sakuntal-a sfugge così a una lettura univoca - anche per questo spiccano il suo fascino e il suo inossidabile appeal - consacrando l'ambigua duplicità del femminile, ora remissivo e seducente, ora assertivo se non temibile, che percorre, come un filo rosso, l'intera cultura dell'India.