?Nel 1748, con la rappresentazione di quattro tipi «nazionali» - un inglese, un italiano, un francese e uno spagnolo - che si contendono l'amore di una bella vedova veneziana ne La vedova scaltra, Goldoni avvia la propria riforma del teatro comico. In verità, un'innovazione più ardita era stata già prospettata ne La donna di garbo, pièce che a detta dell'autore inaugura la sua sperimentazione. In entrambe le commedie la protagonista è Rosaura, nome d'arte della prima amorosa: ma nell'opera di esordio si tratta della soubrette, elevata al rango di primadonna, mentre nella Vedova scaltra la scena è dominata dall'«innamorata», interpretata da Teodora Medebach, che acquisisce la vivacità del ruolo subalterno. Anche i personaggi dei pretendenti e dei due «vecchi» manifestano un intento innovatore, ravvisabile nella verosimiglianza dei tratti etnici dei viaggiatori (pur nella stereotipia dei loro «caratteri») e nella sensibilità morale esibita dal Pantalone e dal Dottore. Erede dell'Arte per la struttura ripetitiva e per lo spazio accordato alle maschere, in particolare all'improvvisazione di Arlecchino - qui però solidamente ancorata al testo premeditato -, la commedia concilia felicemente l'aspetto edonistico, fondamentale per il successo in un teatro «prezzolato», e l'impegno civile al quale Goldoni darà corso negli anni successivi, in collaborazione con la compagnia di Gerolamo Medebach.