In difesa di Milone

In difesa di Milone

(Pro Milone)
a cura di

pp. 200, 8° ed.
978-88-317-6482-7

Tito Annio Milone comparve in tribunale nell’aprile del 52 a.C., accusato di aver ucciso nel gennaio dello stesso anno il tribuno Clodio, che con le sue bande sosteneva da sempre gli interessi dei populares. Un’inarrestabile ascesa, quella di Milone, favorita dalla sua attività di fiancheggiatore degli ottimati con le sue bande di picchiatori professionisti, seguita da un’altrettanto inarrestabile discesa proprio quando, con l’eliminazione di Clodio, sembravano dischiudersi per lui addirittura le porte del consolato. Ma nel momento cruciale venne a mancargli il sostegno di Pompeo, ormai desideroso di restare unico protagonista della vita politica.
Di fronte a un tribunale straordinario e sotto la pressione ostile di una folla vociante Cicerone non seppe organizzare un efficace discorso di difesa e non riuscì a convincere i giudici della peraltro improbabile innocenza di Milone. Tuttavia il discorso a noi giunto, frutto di una successiva rielaborazione, è il capolavoro dell’oratoria politica ciceroniana e, in assoluto, della prosa giuridica.

Autore

 nasce ad Arpino nel 106 a.C. Studia a Roma, ad Atene e a Rodi con i maggiori maestri dell’epoca: retorica, filosofia, eloquenza, diritto. La sua carriera forense si svolge parallelamente a quella politica: è questore, edile, pretore, console. Sostenitore di Pompeo, dopo la sua uccisione si ritira a vita privata. Alla morte di Cesare, Antonio e i filocesariani lo ritengono responsabile morale della congiura. I sicari di Antonio lo uccidono il 7 dicembre del 43 presso la sua villa di Formia. Vastissima la sua produzione, retorica e filosofica. Tra le opere più famose: In difesa di Milone, In difesa di Marco Celio, i cicli delle Verrine, delle Catilinarie, delle Filippiche, il Bruto, l’Oratore, le Tusculane, La natura degli dei, La vecchiaia, L’amicizia, Il fato, La divinazione, I doveri, La repubblica.