Scritte tra il 1921 e il 1925 le commedie raccolte in questo secondo volume ci presentano un autore ormai maturo e anche affermato, tanto da essere conteso dalle maggiori compagnie dell'epoca, da quella di Virgilio Talli a quella di Maria Melato, da quella di Antonio Ganduso a quella di Tatiana Pavlova. Molteplici le problematiche affrontate, alcune strettamente legate a temi sociali quali la condizione della donna, con una bonaria satira del femminismo, in I canestri azzurri (1921), o la confusa situazione politica dell'epoca che fa da fondo a Noi (1922) e che propone una contrapposizione tra un aristocratico e un deputato socialista. Con L'uccisione di un generale in Cina (1923) entriamo in una dimensione oggi attualissima: quella della morte anonima procurata a distanza, senza conseguenze per l'"assassino", mentre nella Tragedia senza eroe (1924) ritroviamo uno dei motivi più cari al commediografo, la passione amorosa che si scontra con gli ostacoli posti dalla società, fino a soccombere. Tema poi magistralmente affrontato - dopo un ritorno al dialetto veneto con il delicato atto unico Un baso (1924) - in Gli amanti impossibili (1925), una delle commedie più belle del teatro di quel periodo, per la perfezione dei dialoghi, l'analisi psicologica dei personaggi, le situazioni drammatiche, l'ambiente.