Sono più di cento anni che i Protocolli dei savi di Sion diffondono per il mondo intero il mito del "complotto giudaico", da quando un giornalista russo ne parlò per la prima volta (1902) e un altro li pubblicò sul suo giornale d'estrema destra (1903); il loro potenziale d'odio distruttivo si manifestò dopo la prima guerra mondiale e toccò l'apice negli anni dell'antisemitismo nazista e fascista, non senza riproporsi ai giorni d'oggi nella Russia post-sovietica e nel mondo arabo. La loro origine è rimasta a lungo avvolta nel mistero (la tesi più plausibile era che fossero stati compilati dai "servizi" zaristi); spetta a questa ricerca (di cui appare ora la seconda edzione arricchita di nuovi materiali d'archivio), che ha scelto come terreno la disamina storico-filologica lasciando da parte la ricca pubblicistica più o meno romanzesca, d'aver identificato nell'ambiente dei primi "centoneri", e in particolare in G.Butmi, la paternità autentica della "bibbia dell'antisemitismo".
Cesare G. De Michelis (Roma 1944) è ordinario di Letteratura russa all'Università "Tor Vergata" di Roma. Si è occupato, con saggi e traduzioni, di cultura russo-antica, di letteratura moderna e contemporanea e di rapporti italo-russi. Ha allargato la ricerca di questo volume (ora apparso in inglese a cura del "Vidal Sassoon Center" dell'Università Ebraica di Gerusalemme) con La giudeofobia in Russia (Bollati Boringhieri 2001).