Il dialogo dei Melii e degli Ateniesi

Il dialogo dei Melii e degli Ateniesi

a cura di

pp. 96, 4° ed.
978-88-317-7189-4

"L'arroganza del potere, il prezzo della libertà: la strage dei Melii nella storia dell'impero di Atene"
 


 

Tucidide nasce ad Atene intorno al 460 a.C. Per parte di madre è imparentato con la famiglia di Cimone, figlio di Milziade, il vincitore di Maratona. Aristocratico, ricco, frequenta le maggiori personalità dell’Atene di Pericle ed è profondamente influenzato dalla sofistica. Partecipa alla guerra del Peloponneso, viene esiliato dal partito radicale ateniese, alla fine della guerra torna ad Atene e poco dopo muore, intorno al 404. L’opera in cui narra la guerra del Peloponneso (431-404) è senza titolo e incompleta poiché si interrompe alla fine dell’estate del 411. I grammatici la denominarono Storie e la divisero in otto libri.

 

Nell’anno 416 a.C. gli Ateniesi - al culmine della loro potenza - aggrediscono la piccola isola di Melo, che si era proclamata neutrale, per imporre con la forza il loro dominio. Melo viene asservita, i suoi abitanti deportati o uccisi. Su questo episodio - macchia nella storia dell’impero ateniese - Tucidide costruisce un dialogo che immagina svolgersi tra Melii e Ateniesi al momento in cui questi ultimi sbarcano nell’isola. Al centro del dibattito, il nodo insolubile del diritto alla neutralità e della guerra "giusta": la neutralità che i Melii difendono e che gli Ateniesi non possono accettare senza indebolire il loro prestigio di grande potenza, e la guerra che per gli uni come per gli altri diventa di conseguenza una inevitabile "necessità". I Melii pagano con l’annientamento la loro scelta, ma il rimorso per la strage compiuta getta la sua lunga ombra sul crollo dell’impero di Atene nel 404. "Non c’è errore nel valutare il giusto (cioè il veramente utile) che rimanga impunito in quella vicenda di verità che è la politica" (Canfora). Celebre intarsio nel mosaico composito della Guerra del Peloponneso, questo brano viene presentato per la prima volta nella sua autonomia di dialogo drammatico, quasi testo teatrale che, nell’ambito dell’opera tutta, diventa portatore di messaggi assoluti.

 

 

Autore

nasce ad Atene intorno al 460 a.C. Per parte di madre è imparentato con la famiglia di Cimone, figlio di Milziade, il vincitore di Maratona. Aristocratico, ricco, frequenta le maggiori personalità dell’Atene di Pericle ed è profondamente influenzato dalla sofistica. Partecipa alla guerra del Peloponneso, viene esiliato dal partito radicale ateniese, alla fine della guerra torna ad Atene e poco dopo muore, intorno al 404. L’opera in cui narra la guerra del Peloponneso (431-404) è senza titolo e incompleta poiché si interrompe alla fine dell’estate del 411. I grammatici la denominarono Storie e la divisero in otto libri.