A settantacinque anni dalla morte di Giacomo Puccini, la storia dellamore di Giacomo ed Elvira, un amore che, nato scandalosamente, durò per quasi quarantanni, non senza pause, ripensamenti, burrasche. Rugarli ricostruisce tra inchiesta e romanzo (ma sempre con rispetto della verità storica), lideale femminile che pervade lopera del grande maestro.
Nel 1886 Giacomo Puccini, non ancora trentenne, abbandona Lucca, la città natale, e ripara precipitosamente nel milanese insieme a Elvira Benturi. È una fuga. Elvira, sposata a un altro uomo e già madre di due bambini, è incinta: ma la creatura che deve nascere è di Puccini. Nella società di fine Ottocento, in provincia, la vicenda suscita clamore. In epoca non benevola per la convivenza, Elvira sarà compagna di Giacomo per quasi un ventennio e, dopo una fortunosa vedovanza, ne diventerà moglie legittima, restandogli accanto fino alla fine. Puccini muore settantacinque anni fa, il 29 novembre 1924, e sei anni dopo Elvira lo segue. Tra i due amanti è lei che soverchia lui, e poco importa che lui sia un genio della musica. È un uomo debole, un mediocre donnaiolo che mette in piedi romanzi, o presunti tali, invariabilmente destinati al naufragio. La indomita Elvira sconfigge ogni rivale e, a dispetto della sua modesta istruzione, domina Giacomo Puccini che si lascia dominare contento: lei, la "divina Elvira", sa di essere compagna, sposa, madre, ma pure valchiria, donna-vampiro, regina. La tipologia femminile pucciniana oscilla tra due ipotesi in apparente contraddizione: lancella devota e la fata cattiva. La prima accetta di essere serva per immolarsi, la seconda accetta solo servi da immolare. Al centro è sempre la distruzione, di sé e degli altri, ossia la pulsione della morte con gli inevitabili risvolti che aggrovigliano la psiche.
Elvira con i suoi furori e i suoi slanci, con le sue vessazioni e i suoi cedimenti, determina la cifra delle eroine pucciniane nella felicità del tormento. Ciò che rende ragione della crescente fortuna di una musica che, percorrendo i tempi, già vede linquietudine e la follia di oggi.
Giampaolo Rugarli, nato a Napoli, ha pubblicato romanzi, saggi e commedie. Ricordiamo: Il superlativo assoluto (Premio Bagutta opera prima), La troga, Il nido di ghiaccio (Premio Selezione Campiello), Andromeda e la notte (Premio Capri e finalista Premio Strega), Il punto di vista del mostro (Premio Chiara), Una montagna australiana, Linfinito forse e, di recente, Il bruno dei crepuscoli. I non amori di Giacomo Leopardi. Tradotto nei maggiori Paesi europei, collaboratore di varie testate giornalistiche, Giampaolo Rugarli ha pubblicato con Marsilio Lorrore che mi hai dato, Una gardenia nei capelli e, in edizione tascabile, Il manuale del romanziere.