Scritto da Tucidide dopo la fine della guerra del Peloponneso, l’Epitafio di Pericle è la celebrazione della grandezza attinta dalla democrazia ateniese al culmine della sua gloria. Atene appare come la sintesi unica e irripetibile di istanze «aristocratiche» e «democratiche», ribadendo il primato dei sommi valori tradizionali (prestigio, onore, gloria) ma affermando nel contempo i principi di pari opportunità e di eguale partecipazione per tutti i cittadini, indipendentemente dal censo.
L’esercizio, anche violento, del dominio sulle altre città greche riceve qui la sua legittimazione: nulla vi toglierà lo scacco finale, perché i valori di quel modello costituiscono un «acquisto per sempre». Per una siffatta città si può, anzi si deve morire, quando le necessità lo richiedano: impensabile sarebbe per l’ateniese venir privato di quella forma di città, perdita cui è preferibile la morte in battaglia. Il breve, densissimo epicedio tucidideo rimane una delle formulazioni esemplari del principio per cui la morte per la patria è il supremo dovere del cittadino.
Oddone Longo (Venezia 1930) è professore emerito di letteratura greca nell’Università di Padova. Oltre a numerosi saggi di letteratura, antropologia e storia della cultura, ha pubblicato Commento linguistico alle Trachinie di Sofocle (Padova 1968) e Tecniche della comunicazione nella Grecia antica (Napoli 1981). Per Marsilio ha firmato La storia, la terra e gli uomini. Saggi
sulla civiltà greca (1987) e L’universo dei Greci. Attualità e distanze (2000, finalista del Premio Viareggio per la saggistica). Ha pubblicato inoltre: Scritti su Galileo e il suo tempo (Padova 2004), Georg Trakl. 108 poesie (Torino 2004), Saperi antichi. Teoria e sperimentazione nella scienza dei Greci (Venezia 2005), Scienza Mito Natura. La nascita della biologia in Grecia (Milano 2006).
È attualmente presidente dell’Accademia Galileiana di Scienze lettere ed arti in Padova.
Tucidide nasce ad Atene intorno al 460 a.C. Di famiglia aristocratica, è legato da parentela con la famiglia di Cimone, figlio di Milziade, il vincitore di Maratona. Frequenta le maggiori personalità dell’Atene di Pericle ed è profondamente influenzato dalla sofistica. Partecipa alla guerra del Peloponneso, viene esiliato dal partito radicale ateniese, alla fine della guerra torna ad Atene e poco dopo muore, intorno al 404. L’opera in cui narra la guerra del Peloponneso (431-404) è senza titolo e incompleta poiché si interrompe alla fine dell’estate del 411. I grammatici la denominarono Storie e la divisero in otto libri.