Di draghi e di principesse parlano da sempre le fiabe, ma questi sono draghi e principesse speciali. E se è vero che la cultura postmoderna ci ha abituato a rivisitazioni parodiche e stravolte di tutta la tradizione letteraria, e quindi anche della fiaba, che si riveste oggi dei segni del politically correct (lupi buoni, cacciatori animalisti, principesse ribelli e femministe), la "specialità" sta nel fatto che si tratta di testi nati in epoca lontana da tutto ciò - un'epoca in cui, nonostante già si affaccino i modelli sovversivi di Alice o Peter Pan, la principessa viene ancora salvata dal principe, dopo che è stato ucciso l'orrendo drago divoratore. In questa raccolta le eroine - principesse "salvatrici" e intraprendenti - non si riconoscono invece nel ruolo passivo delle fiabe tradizionali, ma escono dalla sfera domestico - aristocratica della corte per affrontaere con coraggio e fantasia gli impedimenti fiabeschi di varia natura; mentre i draghi, assimilati ai dinosauri e rientrati di prepotenza nell'immaginario inglese nel periodo vittoriano con l'affermazione del modello evoluzionistico e della paleontologia, sono esseri loquaci e pacifici, timidi e sognatori ma sufficientemente moderni da reagire sdegnosamente quando vengono percepiti come flagelli avidi di insipide principesse e saccenti principini. Registro ironico e garbata satira sociale costituiscono quindi il tratto distintivo di queste fiabe, che però restano fiabe, leggere e gioiose storie di un mondo incantato e antico, seppure ammiccante a una prosaica e arguta modernità.