Il 3 gennaio 1698 nasce a Roma Pietro Trapassi. Il giurista letterato Gianvincenzo Gravina, preso a benvolere il fanciullo, ne grecizza in Metastasio il nome prosaico e lo affida all’educazione del filosofo cartesiano Gregorio Caloprese. Entrato in Arcadia come Artino Corasio, Pietro scrive l’Angelica in cui Carlo Broschi interpreta il ruolo di Tirsi. Nati insieme per le scene con questa serenata e dunque gemelli, i due ragazzi intrecciano un legame che durerà tutta la vita, anche se il famoso cantante, soprannominato Farinello, gira l’Europa intera, a differenza dell’amico che detesta viaggiare e riuscirà a farlo il meno possibile. L’appoggio di Marianna d’Althann, nata Pignatelli di Belmonte, e soprattutto la fama ottenuta coi sette libretti dal 1724 in poi, fruttano a Metastasio la raccomandazione di Apostolo Zeno e l’incarico di poeta cesareo dal 1730. A Vienna, dove rimane fino alla morte avvenuta nel 1782, scrive diciannove drammi, sette oratori per la quaresima, sonetti, rime diverse, poemetti in ottave e in terzine, l’Estratto dell’"Arte poetica" d’Aristotile, le Osservazioni sul teatro greco, una trentina di feste teatrali e più di quaranta fra cantate e complimenti per i salotti della corte.
Primo, unico e memorabile viaggio, nel 1730 il grande balzo a Vienna trasforma il pastore arcade Artino Corasio, così nominato nei frontespizi da Siroe ad Artaserse, nel poeta cesareo che scrive Demetrio, molto apprezzato nel 1731 dalla corte in lacrime durante la commovente scena dell’addio. A parte Issipile, acclamata l’anno dopo con musica di Francesco Bartolomeo Conti, camerista e tiorbista al servizio di Carlo vi, fino al 1736 tutti i drammi ricevono l’intonazione del vicemaestro di cappella, il veneziano Antonio Caldara. In quell’anno sventurato Metastasio, affetto da un’inguaribile pigrizia, è costretto a stendere ben tre opere: Achille in Sciro per il matrimonio di Maria Teresa, erede al trono, Ciro riconosciuto finito entro il 16 giugno per il compleanno dell’imperatrice Elisabetta, che si festeggiava il 28 agosto, e Temistocle ultimato entro il 29 settembre per l’onomastico di Carlo vi che cadeva il 4 novembre. Confezionati e rappresentati per le ricorrenze dei sovrani, tutti encomiastici, elegantissimi e conclusi da un imprevedibile happy end, i drammi viennesi fino al 1740 presentano una variegata schiera di trepidanti eroine e di monarchi illuminati fra cui grandeggia Tito Flavio Vespasiano, protagonista della Clemenza, musicata anche da Mozart per l’incoronazione di Leopoldo ii a Praga nel 1791. Con la morte di Carlo vi, avvenuta nel 1740 e seguita dalla guerra di successione austriaca che mette in forse la posizione di Maria Teresa, s’interrompe la festosa consuetudine di cantare le lodi della coppia regnante.