D'Annunzio e il caso Fiume

D'Annunzio e il caso Fiume

a cura di

, 1° ed.
978-88-317-8482-5

Scritto nel 1919 contro Gabriele d’Annunzio agli inizi dell’impresa adriatica, D’Annunzio e il caso Fiume è un incalzante pamphlet di un giovanissimo Dino Terra, che – appena sedicenne e usando ancora il suo nome di battesimo, Armando Simonetti – attacca il vate sulla falsariga della trama concettuale del Caso Wagner di Nietzsche, fatto conoscere in Italia proprio da d’Annunzio nel 1893. Rigore filosofico e passione civile muovono la visione di Terra, che irrompe nel Novecento con ampio sapere e la precoce scelta di perseguire un’arte che sia anche conoscenza. Nel rifiutare l’estetismo di d’Annunzio in poesia e in politica, nell’accusarlo di «misticismo» e della carenza di una «profonda intuizione etica» a ispirarne l’azione di Fiume di cui è preconizzato il fallimento, Terra esprime un amore-odio per d’Annunzio proprio anche di tutta una generazione, che vuole distanziarsi dai “padri” e si affaccia alla letteratura e alla politica chiedendosi quale nuovo nesso possa essere stabilito fra le due. D’Annunzio e il caso Fiume è così lo specchio doppio dei nodi di una società e una cultura intere nel momento dei loro più laceranti fermenti. 

 

Autore

, pseudonimo di Armando Simonetti (Roma, 1903 - Firenze, 1995). Fu scrittore, drammaturgo, critico, pittore. Antifascista, dinamico intellettuale votato all’idea della creazione di una nuova cultura, fu amico di Chiaromonte e Moravia, di artisti come Paladini, Levi, De Chirico, Guttuso, ed ebbe contatti con intellettuali come Gramsci e Tilgher. Tra i suoi romanzi ricordiamo Ioni (1929), Metamorfosi (1933) e La pietra di David (1948).