Una fiaba moderna scritta per il primo Natale del secolo ventesimo, e via via diventata un classico - letterario e spettacolare -, un testo che gli adulti amano interpretare, riscrivere, guardare e rivedere periodicamente, quasi per segnare la variazione della storia nella continuità di un racconto divenuto archetipico. Nelle avventure di Dorothy e degli strani amici - lo Spaventapasseri, l’Uomo di Latta e il Leone Fifone - che incontra in una terra lontana dal mondo conosciuto, si ritrova la gioia della libertà infantile che permette di non distinguere tra realtà e immaginazione. Quando il mondo fantastico pare a portata di mano, la stravaganza si normalizza nel buon senso e nella comicità, gli ostacoli, le cattiverie e gli imbrogli si superano con la naturalezza delle buone intenzioni e della solidarietà tra «diversi», umani e non umani; e si insegna a voler fare come la piccola, americanissima Dorothy, dimostrare che è possibile farcela una volta tornati a casa, che anche nel grigiore delle desolate pianure del Kansas tutto andrà bene alla fine, per quanto minacciose appaiano le circostanze del proprio tempo.