Il territorio dell’attuale provincia di Vicenza è tra quelli un tempo facenti parte della Repubblica di San Marco che maggiormente hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo della "civiltà delle ville", che dal Quattrocento ha improntato la terraferma veneta rendendola famosa nel mondo. Non si tratta di affermazione riferita all’evidenza quantitativa, che pure è impressionante, considerato che il territorio vicentino è in gran parte montagnoso: 670 sono i casi censiti in questo volume. Essa trova giustificazione nella precocità e nella esemplarità delle realizzazioni, senza contare che proprio qui e per committenti vicentini — ma anche per i veneziani Pisani a Bagnolo — Andrea Palladio ha cominciato verso gli anni quaranta del Cinquecento a confrontarsi con il tema della residenza di villa, selezionando suggestioni dalla tradizione sia colta che rustica, dallo studio dell’antichità classica, dalle istanze di una classe dirigente animata da nuove tensioni e nuovi ideali. Le tipologie da lui elaborate hanno condizionato in modo ineludibile gli sviluppi e il carattere della villa veneta fino al suo declino nell’Ottocento. Questo volume ha avuto come base di partenza, preziosa e imprescindibile, il catalogo di Renato Cevese del 1971 (Ville della provincia di Vicenza), di cui si pone come ideale ampliamento (si sono aggiunti oltre duecento edifici) e aggiornamento bibliografico. Tuttavia, in linea con gli altri volumi della serie, gli scopi di questo lavoro sono diversi. Esso non intende infatti offrire interpretazioni, raffinate letture formali, ipotesi attributive, ma una schedatura quanto più possibile completa, un concreto e agile strumento operativo di base che, fotografando la situazione attuale, riassumendo lo stato delle conoscenze e dando conto della bibliografia specifica dei singoli complessi, si pone come punto di partenza per più approfonditi studi. I saggi introduttivi forniscono inoltre un inquadramento del fenomeno villa e delle problematiche correlate contestualizzato al territorio vicentino e alla sua precoce vocazione industriale e ne affrontano da un punto di vista metodologico lo studio attraverso le fonti iconografiche.