In una landa desolata, dove si è nascosta al mondo per custodire un terribile segreto, la giovane Matilda rievoca in punto di morte, in una lettera-confessione a un amico, la sua breve, tragica storia di solitudine e dell’amore ritrovato, e poi crudelmente tradito, proprio dall’essere da lei più amato, suo padre, che l’ha coinvolta e contaminata con la sua passione proibita e sommamente colpevole. Attraverso la disillusione, il dolore, i sentimenti esasperati, la straordinaria emotività e intensità, la complessità e ambiguità di questa esemplare e indimenticabile eroina romantica, Mary Shelley esprime, nelle parole concitate e frementi con cui racconta la vicenda e infine svela anche il suo atroce segreto, la propria e l’altrui sofferenza femminile, rievocata nelle figure mitiche con cui Matilda viene associata. Esalta e al tempo stesso rimette in discussione ideali e valori romantici, affermando infine, sia pure implicitamente, una coraggiosa e personale visione del mondo e dei rapporti umani.