«Il collezionista di città» è un maniaco letteratissimo e raffinatissimo che si muove ossessivamente da una città all’altra per catturare l’anima dei luoghi, trafiggerla con lo spillo e metterla in un album
per mostrarla all’amico lettore.
Perlustra chiese e osterie, boutique e palazzi in compagnia di amiche il più possibile vive e amici meglio se defunti, ad esempio Piovene, Comisso, D’Annunzio. Il suo tragitto non è il Milano-Napoli del classico Grand Tour ma un eccentrico Parma-Potenza che fa vibrare tutte le sue più intime corde provinciali e borboniche. Poi naturalmente gli tocca fare i conti con Roma ma è evidente che si intenerisce di più per la Romagna e in generale per l’Italia profonda delle piazze immobili. Considera esclusivamente i centri storici perché le periferie sono uguali dappertutto, evitando con cura i monumenti famosi, inquinati dai turisti e dai piccioni (qualche problema con Venezia, quindi). Spesso ciò che vede lo delude o lo indigna ma gli basta un Negroni ben confezionato per fare pace con il luogo. Tanto per chiarire, o per confondere ulteriormente le idee,
Il collezionista di città in parte è l’autore, in parte è colui che l’autore sogna di essere.
Camillo Langone è nato a Potenza e vive a Parma dopo avere abitato a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Milano, Trani. Scrive di enogastronomia su «Panorama», di letteratura sul «Giornale». Sul «Foglio» cura la pagina dei ristoranti e quella delle messe, la prima del genere mai apparsa in Italia.
www.camillolangone.it