Un oncologo di 48 anni, sposato e padre di tre figli in giovane età, è affetto da sclerosi laterale amiotrofica come Luca Coscioni, sa di essere condannato, ma non si batte per l’eutanasia: ogni mattina i malati di tumore lo aspettano in ospedale. Un suo collega geriatra accudisce i pazienti in stato vegetativo permanente come Terri Schiavo, l’americana che fu lasciata morire di fame e di sete per ordine del giudice: su 69 ne ha visti 12 risvegliarsi. Una ginecologa femminista ha praticato in un quarto di secolo dai 13.000 ai 23.000 aborti: ora è obiettrice di coscienza. Un professore del Policlinico di Milano fa la guardia ai 30.000 embrioni congelati a 196 gradi sottozero e abbandonati dalle coppie nei centri di fecondazione assistita della penisola. L’unico chirurgo paraplegico d’Italia opera grazie a un marchingegno che lo fa stare in piedi durante gli interventi e recita in carrozzella nel Rugantino, applaudito a Roma da Jean Kennedy, la sorella di John e Bob. Questo volume raccoglie una serie di dialoghi con i camici bianchi sui dilemmi che la bioetica pone alla società e su come la coscienza individuale può affrontarli. Ma presenta anche le drammatiche testimonianze di persone comuni che sono state duramente provate dal destino, che hanno toccato con mano la forza del soprannaturale, che si sono interrogate sul senso dell’esistere: la focomelica vittima del talidomide che ha perso tragicamente i genitori e il fratello, la paralitica che ha ripreso a camminare davanti alla grotta di Lourdes, l’imbalsamatore dei pontefici che si occupa delle salme senza nome, l’operaio che vive per accudire la moglie lobotomizzata, la mamma che ha visto resuscitare il suo bambino per intercessione di padre Pio, l’uomo senza desideri che rifiutava ogni contatto col mondo, lo speculatore di Borsa che costruisce case della speranza con i soldi strappati ai ricchi. La prefazione di Giuliano Ferrara sulla banalizzazione della morte e la postfazione di Luigi Amicone ispirata a un lancinante caso personale rendono ancora più evidente una verità che sembra sfuggire all’uomo d’oggi: «È la concezione che abbiamo della morte a decidere la risposta a tutte le domande della vita».
«Stefano ha scritto un libro per amici, per lettori intraprendenti e liberi, che non abbiano paura di pronunciare la parola “devozione” e di piegarsi alla cosa che le corrisponde» Giuliano Ferrara
Stefano Lorenzetto è editorialista del «Giornale», dov’è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri, e collaboratore di «Panorama». Scrive anche per altre testate. Ha pubblicato Fatti in casa, Dimenticati (premio Estense), Italiani per bene, Tipi italiani e Dizionario del buon senso. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per Rai Educational. Ha vinto il premio Saint-Vincent di giornalismo.