«Esiste una ragione che induca al raffronto tra i linguaggi delle diverse arti?», «È di aiuto affrontare il tema dei rapporti tra pittura e musica?»: le due domande si specchiano l’una nell’altra.
Intorno a “Prigionia, liberazione, solitudine” si gioca una irrisolta disputa, che disegna una geografia dei “champs du possibile”, abbracciando sincreticamente filosofia, estetica e letteratura, e ripercorrendo lo snodarsi cronologico della funzione dell’arte nel tempo: lo spazio-tempo delle arti, di musica, poesia e teatro, circoscritto per secoli nell’architettura delle cattedrali, e disseminato poi fuori da esse. Unioni e dispersioni dei differenti linguaggi, a cui la scienza apporta, dalla fine del Seicento, nuove sollecitazioni.
Mario Ruffini, musicologo, compositore, direttore d’orchestra, è responsabile dei «Progettidi Musica e Arti figurative» del Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut, e responsabile scientifico del Fondo Carlo Prosperi dell’Archivio Contemporaneo «A. Bonsanti» del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Docente al Conservatorio di Musica, è stato per vari anni direttore ospite stabile del Teatro Nazionale di Opera e Balletto M.P. Musorgkij di San Pietroburgo. Si è dedicato all’opera di Luigi Dallapiccola dagli inizi degli anni ottanta sia come interprete che come studioso, compiendo e riassumendo le sue ricerche con un esaustivo volume sul compositore istriano: L’opera di Luigi Dallapiccola. Catalogo Ragionato del 2002.
Gerhard Wolf è nato nel 1952 a Karlsruhe, ha studiato Storia dell’arte, Archeologia cristiana e Filosofia all’Universtità di Heidelberg. Ha insegnato alla EHESS di Parigi, alla Bibliotheca Hertziana di Roma, all’Università di Trier. Dal 2003 è direttore e membro del comitato scientifico del Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut.