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La musica può dir tutto e può dirlo infinitamente ma può anche lasciare uno spazio in cui si introducono le parole…» Dalle cantilene e le ninnananne dell’infanzia alla musica sacra del collegio religioso alle canzonette del Trio Lescano di epoca fascista fino a Schubert Bach i rap i Beatles, Zanzotto ripercorre il suo modo di sentire la musica e i suoi ricordi legati alla musica.
Da Toti Dal Monte cantante lirica compaesana a Fellini e Rota con cui ha lavorato per
La nave va e Casanova; dai paesaggi collinari alla musicalità del dialetto si segue il filo dei pensieri che si snoda attraverso osservazioni, motti, brevi poesie.
«L’idea di rap, per esempio, richiama immediatamente non tanto quella che poteva essere la fretta gioiosa di un mondo preistorico che si lasciava trascinare da una specie di delirio. Ma è la fretta proprio di quello che doveva stare a bestemmiare in una capsula di automobile e che anela a arrivare […]. Ma che il rap possa rappresentare la tachicardia parossistica è altrettanto vero e quella nessuno la può fermare» Andrea Zanzotto, nato a Pieve di Soligo (Treviso) nel 1921, ha iniziato a insegnare all’età di sedici anni. Laureatosi in Lettere all’Università di Padova nel 1941, ha poi vissuto a lungo all’estero, in Francia e Svizzera. Tornato in Italia, si è stabilito nel suo paese natale, dove vive tuttora. Oltre che poeta, è autore di racconti e di acuti saggi critici, specie su contemporanei (Ungaretti, Montale, Sereni).
Paolo Cattelan, ha insegnato la Storia della Musica nei Conservatori di Pesaro di Adria e di Padova e nelle Università di Pavia, di Venezia (dove attualmente tiene l’insegnamento di storia del canto) e di Urbino. Ha prodotto studi e saggi d’indagine storica, filologica ed ermeneutica sulla musica e il teatro musicale dei secoli xviii-xx e in particolare sul pensiero compositivo di Mozart, Gluck, Rossini, Verdi, Gian Francesco Malipiero, Karl Amadeus Hartmann, Bruno Maderna. Con Marsilio ha pubblicato
Mozart. Un mese a Venezia (2000).