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La morte a Venezia

La morte a Venezia

a cura di

pp. 272, 3° ed.
978-88-317-9661-3

Quando esce La morte a Venezia, nell’autunno del 1912, Thomas Mann ha trentasette anni, è sposato con la bella e ricca Katia Pringsheim, è padre di quattro figli. Ha già scritto I Buddenbrook e i due capolavori Tristano e Tonio Kröger ed è uno scrittore ormai affermato, per alcuni critici forse al culmine della propria potenza narrativa. Da qualche anno la letteratura è dominata dalle avanguardie storiche, mentre in tutta l’Europa si avvertono presagi di guerra. Ma nel lungo racconto sulla fine di Gustav von Aschenbach la crisi che scuote alle fondamenta quel mondo resta soltanto sullo sfondo.
In primo piano c’è l’impietoso ritratto, talvolta perfino caricaturale, del grande autore trascinato dall’avventura artistica e dalla pulsione erotica verso la morte. C’è la passione del maturo protagonista, la disgregazione morale, la perdita del contegno e del dominio di sé. Sono pagine nelle quali Thomas Mann racconta in maniera spesso paradossale ed enfatica la patologia della vocazione estetica, la disciplina e il culto della perfezione formale, le strategie di difesa dal disordine e dal caos; rappresenta ancora una volta la cultura e la bellezza come diminuzione dello slancio vitale, come corruzione della vita e dei valori borghesi. Che Venezia sia qui l’ambiguo e stupendo fondale degli eventi descritti, è anche un omaggio alla grande letteratura di fine secolo e a tutta la cultura del decadentismo europeo.

Autore

nasce nel 1875 a Lubecca da una famiglia di agiati commercianti. Nel 1894, dopo la morte del padre e la liquidazione della ditta di famiglia, si trasferisce a Monaco di Baviera. Si fa notare come autore pubblicando alcuni racconti e nel 1897, durante un soggiorno in Italia, inizia a scrivere I Buddenbrook, il grande romanzo familiare per cui verrà insignito, nel 1929, del premio Nobel. A questo primo capolavoro segue una straordinaria serie di narrazioni a cui Thomas Mann deve oggi la fama di maggior scrittore tedesco del Novecento: tra queste, oltre a La morte a Venezia, i racconti Tristano (1902), Tonio Kröger (1903), Disordine e dolore precoce (1925), Mario e il mago (1930) e La legge (1943) e i romanzi La montagna incantata (1924), Giuseppe e i suoi fratelli (1933-1943), Doctor Faustus (1947), L’eletto (1951) e Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull (1954).