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Drammi musicali per i comici del San Samuele

Drammi musicali per i comici del San Samuele

a cura di

pp. 328, 1° ed.
978-88-317-9781-8
I drammi musicali per i comici del San Samuele, pochi, stringati e composti dal 1735 al 1743, mostrano un Goldoni curioso e attratto dalla sperimentazione. Ispirandosi alle parodie che prendono in giro l'opera seria, la pastorale e la tragedia classicheggiante, fiorite a Venezia e altrove in quegli anni, l'avvocato accoglie le convenzioni della satira, mitigandone in parte la trivialità. Emerge comunque una vivace e giocosa mescidanza linguistica che impiega il dialetto, la parlata franca mediterranea, il registro alto e quello decisamente sboccato. Dopo lo sbrigativo Aristide, La fondazion di Venezia mette in scena la famosa disputa fra la Commedia e la Musica, celebrando con grazia leggera l'origine favolosa della città lagunare. L'esilarante Lugrezia romana traveste la nota vicenda, spostandola fra i turchi di Costantinopoli. La contessina, intrisa di una graffiante satira sociale, acquista le forme del futuro dramma giocoso e gode, variamente rimaneggiata, di una fortuna straordinaria che arriva al 1830.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.