Polemiche editoriali

Polemiche editoriali

Prefazioni e polemiche. I
a cura di

pp. 320, 1° ed.
978-88-317-9891-4
Con un gesto che ricorda quello compiuto da Ben Jonson nell'Inghilterra elisabettiana, dopo aver avviato a Venezia la stampa delle sue Commedie (1750), Carlo Goldoni ruppe clamorosamente con il tipografo Giuseppe Bettinelli e con il capocomico Girolamo Medebach: riappropriatosi del controllo dei propri testi andò a stampare a Firenze. Ne scaturì un'accesa polemica che investì i volumi dell'edizione fiorentina e le pagine di quella veneziana proseguita senza il consenso dell'autore. La controversia, iniziata nel 1753, si placò solo tre anni più tardi; nel frattempo il teatro comico goldoniano era diventato un best-seller. Da Venezia e da Firenze il successo si irradiò in Italia e nel resto d'Europa. A Bologna, a Napoli, a Torino, a Pesaro si ristamparono le commedie, mentre la loro fama circolava al di là delle Alpi grazie agli adattamenti e alle traduzioni «in francese, in inglese, in tedesco». Oltre al testo della celebre Prefazione del 1750, con la quale Goldoni annunciava ai lettori la poetica della sua riforma, e oltre alle dodici lettere con cui l'autore accompagnò le commedie consegnate a Giuseppe Bettinelli, il presente volume riunisce i testi liminari della Paperini, i documenti della polemica con «il cartaio in Venezia» e con il capocomico del Sant'Angelo, le introduzioni alle edizioni non d'autore.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.