Con un gesto che ricorda quello compiuto da Ben Jonson nell'Inghilterra elisabettiana, dopo aver avviato a Venezia la stampa delle sue Commedie (1750), Carlo Goldoni ruppe clamorosamente con il tipografo Giuseppe Bettinelli e con il capocomico Girolamo Medebach: riappropriatosi del controllo dei propri testi andò a stampare a Firenze. Ne scaturì un'accesa polemica che investì i volumi dell'edizione fiorentina e le pagine di quella veneziana proseguita senza il consenso dell'autore. La controversia, iniziata nel 1753, si placò solo tre anni più tardi; nel frattempo il teatro comico goldoniano era diventato un best-seller. Da Venezia e da Firenze il successo si irradiò in Italia e nel resto d'Europa. A Bologna, a Napoli, a Torino, a Pesaro si ristamparono le commedie, mentre la loro fama circolava al di là delle Alpi grazie agli adattamenti e alle traduzioni «in francese, in inglese, in tedesco». Oltre al testo della celebre Prefazione del 1750, con la quale Goldoni annunciava ai lettori la poetica della sua riforma, e oltre alle dodici lettere con cui l'autore accompagnò le commedie consegnate a Giuseppe Bettinelli, il presente volume riunisce i testi liminari della Paperini, i documenti della polemica con «il cartaio in Venezia» e con il capocomico del Sant'Angelo, le introduzioni alle edizioni non d'autore.