L’Italia e la Svizzera (l’unico Stato al di fuori del «Bel Paese» dove l’italiano è lingua nazionale) non sono soltanto geograficamente confinanti: da molti secoli intrattengono stretti rapporti diplomatici, economici e culturali. Alla storia complessa e affascinante delle vicende linguistiche e alla cultura italiana in territorio elvetico è dedicato il saggio, quello più ampio, che apre questo libro. Ma poi si affacciano, attraversandone i confini, alcune figure di primo piano della cultura italiana - dall’umanista Poggio Bracciolini ad Alessandro Volta, da Ugo Foscolo a Francesco De Sanctis - che, in epoche e in modi differenti, viaggiano in Svizzera, o vi soggiornano, ridisegnando le coordinate della loro vita intellettuale. Nel Novecento la storia delle presenze italiane in terra elvetica si arricchisce ulteriormente di nomi (Dino Campana, Salvatore Quasimodo, Vittorio Sereni, Piero Chiara, Leonardo Sciascia e vari altri) e di fortunosi eventi: come l’arrivo, a San Gallo, di importanti autografi di Benedetto Croce. Chiude il volume il ricordo di un filologo a lungo attivo a Zurigo, il «gran lombardo» Dante Isella.