Ci si domanda da diverse parti come sarà il dopo-crisi. Partendo da un'idea: nessuno crede che tutto possa tornare come prima. L'esperienza fatta ci induce, infatti, a pensare che la crisi 2007-09 non sia un evento accidentale, ma il risultato del modo non regolato, e discretamente dissipativo, con cui si è finora manifestato lo sviluppo. La tesi di questo libro, appunto, è che la crisi ci fornisce una irripetibile occasione per rinnovare il significato e la logica della modernità, sperimentando un altro modo di lavorare, consumare e vivere in rapporto al nuovo paradigma economico della contemporaneità: il capitalismo globale della conoscenza. Per rendere la crescita maggiormente riflessiva, e dunque sostenibile, non bastano misure tampone mirate all'emergenza. Bisogna invece fare molto di più, dando spazio all'intelligenza fluida degli uomini e dei soggetti collettivi, cui tocca il compito essenziale di guidare gli automatismi tipici della modernità (la scienza, la tecnologia, il mercato, il calcolo, le norme generali e astratte dello Stato di diritto). Questa indicazione strategica è anche una scommessa per il made in Italy. Come dimostrano i pionieri che già si sono mossi in questa prospettiva, è realmente possibile usare la nuova alleanza tra efficienza industriale e sostenibilità ambientale per realizzare il riposizionamento competitivo delle nostre imprese verso più alti livelli di qualità e di valore.