L'Avare fastueux. L'avaro fastoso

L'Avare fastueux. L'avaro fastoso

a cura di

pp. 272, 1° ed.
978-88-317-9992-8
Ultima commedia composta da Goldoni e anche doloroso insuccesso, L'Avare fastueux si inserisce con una proposta drammaturgica originale all'interno di un vivace dibattito intorno alla commedia di carattere. Con la figura del protagonista Chateaudor, nuovo ricco che ha acquistato il titolo nobiliare e progetta un conveniente matrimonio, Goldoni crea un avaro moderno, che unisce all'avarizia, intesa come economia e astuzia imprenditoriale, l'ostentazione di chi ambisce a un mondo socialmente superiore, distanziandosi dagli avari di commedia, vecchi e sempre intenti a controllare l'oro riposto in cassetta. Attorno al protagonista si muove un mondo governato dal denaro, non poi così dissimile da quello di Chateaudor, soltanto più rispettoso delle convenzioni sociali. Ne deriva una commedia amara, spiazzante, sgradevole, dove il riso è confinato a poche scene, ma che analizza con preveggenza le incertezze morali e l'egoismo sociale di un mondo regolato dal guadagno, destinato ad alimentare la stagione del grande romanzo dell'Ottocento.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.