La Fabbrica del Rinascimento

La Fabbrica del Rinascimento

Creatività, produzione e mercato a Vicenza

pp. 336, 1° ed.
979-12-5463-000-6

Il volume e l’omonima mostra (Vicenza, Basilica Palladiana, 11 dicembre 2021 - 18 aprile 2022), ricostruiscono trent’anni dell’eccezionale vita artistica di Vicenza, dal 1550 all’inaugurazione del Teatro Olimpico nel 1585, grazie al genio dell’architettura Andrea Palladio, ai pittori Paolo Veronese e Jacopo Bassano e al grande scultore Alessandro Vittoria.

 

È un momento in cui l’arte veneta è investita dall’impatto rivoluzionario di Raffaello e Michelangelo, che scardinano le scuole regionali proponendo un linguaggio nuovo, che trionferà in tutta Europa nei secoli successivi. È il linguaggio del Rinascimento italiano, la “maniera” di Giorgio Vasari. Il cambiamento è repentino e coinvolge committenti e artisti. Le discipline si caratterizzano sempre di più e le botteghe si strutturano con modalità di produzione sempre più efficaci al fine di aumentare la produzione di opere.
Come osservano Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco nel saggio di apertura, «per entrare maggiormente nel dettaglio di questo meccanismo produttivo che progressivamente si perfeziona, diventa fondamentale la messa a punto di nuovi strumenti di produzione – bozzetti, disegni preparatori, cartoni -di cui architetti, pittori e scultori si avvalgono nel cammino che li conduce all’opera finita. Centrale in questo processo resta l’utilizzo delle fonti di ispirazione presenti nelle botteghe degli artisti – taccuini, stampe e calchi – che costituivano uno strumento di lavoro necessario, soprattutto nell’elaborazione di progetti complessi».
La nascita del collezionismo e del mercato dell’arte modifica profondamente le modalità produttive delle botteghe. Una ricerca approfondita permette di conoscere i prezzi delle opere, paragonandoli agli oggetti della vita quotidiana di allora, con risposte che perlopiù contraddicono la nostra sensibilità attuale.
Il catalogo presenta i saggi di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Mattia Vinco, Edoardo Demo e di diversi studiosi, quali Linda Borean, Howard Burns, Marcella De Paoli, Francesca Del Torre Scheuch, Barbara Furlotti, Florian S. Knauß, Germano Maifreda, Paola Marini, Giulio Ongaro, Luca Siracusano.