Dal sublime al corporeo, dal visibile all’invisibile, dalla materia al pensiero: il volume e la ricca retrospettiva dedicati ad Anish Kapoor (Venezia, Gallerie dell’Accademia e Palazzo Manfrin 20 aprile - 9 ottobre 2022) tracciano un arco completo della ricerca del celebre artista anglo-indiano, presentando anche i suoi più recenti e innovativi lavori.
«Come artisti non abbiamo altra scelta se non di guardare nell'oscurità. Se Platone nel mito della caverna racconta di come gli uomini si evolvano scoprendo la luce, Freud invece ci intima di guardare nella profondità della caverna, dove ci sono l'oscurità, il buio, il terrore. L'oscurità, la grande intuizione dello psicoanalista viennese, è il luogo che l'artista deve oggi più che mai esplorare» Anish Kapoor
Pensato per la mostra evento che si tiene a Venezia, alle Gallerie dell’Accademia e a Palazzo Manfrin dal 20 aprile al 9 ottobre, il volume costruisce una retrospettiva ampia e completa che presenta i momenti chiave della carriera dell’artista ed esplora lo sviluppo del suo linguaggio visivo unico, ripercorrendone i passi dagli esordi alle ultime, pionieristiche ricerche. La monografia include, infatti, anche le nuovissime e inedite opere fortemente innovative, create attraverso la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la natura vitale e visionaria dell’attuale produzione artistica di Kapoor.
Considerato uno degli artisti contemporanei più influenti, Anish Kapoor (Bombay, 1954) esplora da sempre lo spazio liminale occupato da un oggetto, qualcosa che è presente ma al tempo stesso assente, vuoto ma pieno. Tra i suoi lavori più famosi c’è Descent into Limbo del 1992, che crea uno spaventoso vuoto nero nel pavimento della sala espositiva. Celebri anche i suoi esperimenti con il colore più nero possibile, il Kapoor Black, lo speciale pigmento nero che assorbe fino al 99,99 per cento di luce. Sono opere di cui non è possibile percepire la profondità, e quindi la differenza tra pieno e vuoto, temi questi ricorrenti nella ricerca di Kapoor.
Il volume, introdotto dalla prefazione del direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia, dal curatore della mostra Taco Dibbits e da un’ampia selezione fotografica delle principali opere di Kapoor, è arricchito da diversi saggi e approfondimenti di Gil Anidjar, Homi K. Bhabha, Linda Borean, Giuseppe Civitarese, Mario Codognato, Waldemar Januszczak, Norman Rosenthal, Carlo Rovelli e Michele Tavola.
Homi K. Bhabha fornisce una lettura filosofica delle opere, Linda Borean racconta la storia di Palazzo Manfrin e delle Gallerie dell’Accademia tra Settecento e Ottocento, Giuseppe Civitarese si concentra sui colori monocromatici che predominano le opere di Kapoor, come il rosso e il nero, che rappresentano proto-sensazioni e proto-emozioni. Mario Codognato presenta il Manfrin Project e un excursus del lavoro dell’artista, mentre Waldemar Januszczak definisce Kapoor Mister In-Between, poiché il suo lavoro si gioca sull’impossibile coesistenza di assenza e presenza, vuoto e pieno, Norman Rosenthal racconta le opere dell’artista con riferimenti e confronti con altre famosissime opere di Piranesi e Rembrant, Carlo Rovelli evidenzia, dal punto di vista dello scienziato, il modo nuovo di Kapoor di sperimentare e vedere le cose, Michele Tavola mette in relazione le opere di Kapoor con i capolavori esposti alle Gallerie dell’Accademia.