Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo vuol dire fornire una testimonianza critica e consapevole della società.
Il volume offre una sintesi in grado di restituire una lettura complessiva che si apre alle diverse esperienze affrontate da questo straordinario fotografo, trasversale a tutti i generi precostituiti e capace di approfondire tematiche diverse. Dagli esordi nelle periferie alla Biennale d’Arte di Venezia, al bar Jamaica di Brera a Milano. Le prime esperienze con il design, la moda e Mila Schön; il mondo del teatro con Giorgio Strehler e il Festival di Spoleto; l’amicizia con Marcel Duchamp e Lucio Fontana; l’immenso reportage dedicato agli artisti Frank Stella, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, per citarne alcuni. Ritratti di Max Ernst, Giacometti, Mirò, Morandi, Pasolini, e molti altri. Il mondo della cultura e della letteratura, la sua vicinanza a Eugenio Montale e le sue immagini per Ossi di seppia. Ma anche il suo interesse per la moda e la pubblicità, i grandi viaggi nelle città italiane e in giro per mondo (gli Stati Uniti, la Russia, la Danimarca e, naturalmente, Venezia) fino alle sue “Verifiche”, una serie di tredici opere fotografiche attraverso le quali Mulas s’interroga sulla fotografia stessa. I diversi ambiti scorrono all’interno di una narrazione che si snoda attraverso 14 sezioni, che raccolgono oltre 300 immagini, arricchite dal testo di Luca Massimo Barbero e dai saggi dei curatori Denis Curti e Alberto Salvadori.